venerdì 23 ottobre 2009

"il re fasullo di Inghilterra"

Molti pensionati, a causa di pensioni minime, hanno la necessità di trovare un lavoro dopo il pensionamento, solitamente pagati in nero per non abbassare la pensione. Ma siccome viviamo in un paese dove l'illegalità diventa legale, grazie ad un decreto legge, la disciplina del cumulo lavoro-pensione ha dato la possibilità a chi lo desidera di continuare a lavorare dopo il pensionamento, senza dover rinunciare all'intera o a una grossa fetta della pensione. Il decreto legge numero 112 del 25 giugno 2008 stabilisce infatti che, dal 1° gennaio 2009, le pensioni d’anzianità in regime retributivo potranno beneficiare della piena cumulabilità che precedentemente era invece in vigore per le sole pensioni di vecchiaia.Lo scopo originario era di far rientrare a tassazione il reddito di molti pensionati che lavoravano in nero, ma quello che sta accadendo è straordinariamente italiano: il dipendente si fa licenziare, chiede la pensione, e dopo poco tempo (di solito 30 giorni), si fa riassumere dalla ditta. In questo modo può così beneficiare sia della pensione sia dello stipendio. Ma non sono i vecchi pensionati con la pensione minima a beneficiare dell'opportunità, chi la sta utilizzando sono quasi esclusivamente coloro che hanno posizioni dirigenziali. La maggior parte delle persone, infatti, non sono a conoscenza di questa "possibilità", la mia domanda è; anche se lo fossero (a conoscenza) un operaio o un impiegato avrebbero la forza contrattuale e persuasiva di convincere la ditta per cui lavorano ad accettare le loro dimissioni, e poi riassumerli? Io credo di no.
Quindi, da una parte abbiamo operai e impiegati in cassa integrazione, dall’altra dirigenti che stanno duplicando il proprio reddito a spese della collettività!
Inoltre è una opportunità che hanno solo quei privilegiati che vanno in pensione col regime retributivo (cioè, il calcolo è fatto sul loro ultimo stipendio, non su quanto hanno versato nel corso della vita lavorativa). Il risultato è che non solo chi è già privilegiato dalla situazione attuale ha un ulteriore privilegio, ma rimane anche ad occupare un posto di lavoro a discapito di giovani disoccupati. Per aggiungere al danno la beffa: questo periodo di stipendio più pensione vale per il calcolo dei contributi. Cioè, dopo qualche anno, chi non è andato in pensione col massimo, può chiedere che la pensione venga ricalcolata perché nel frattempo ha versato altri contributi (sostanzialmente coi nostri soldi) e chiedere la pensione massima.Ora, ai parlamentari che hanno deciso di approvare questo decreto vorrei chiedere fino a che punto vogliono aumentare il divario tra ricchi e poveri, fino a che punto vogliono affamare la popolazione. Vorrei ricordare loro che una popolazione che fa fatica ad arrivare a fine mese non ha nulla da perdere, "non è la deprivazione assoluta che porta alla protesta ma la deprivazione relativa, ossia la discrepanza tra le condizioni di vita cui gli individui sono sottoposti e quelle che essi pensano si potrebbero realisticamente conseguire"(James Davies).

2 commenti:

  1. Chissà perchè mi viene da cantare la canzone di Jannacci:"Vengo anch'io, no tu no!", ma mentre la canticchio mi deprimo pensando che ancora non abbiamo toccato il fondo, e poi, quando lo toccheremo, saremo ancora persone-cittadini di un paese considerato civile? Non ho parole.

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  2. Coltivo sempre la speranza che la parte sana e più bella degli esseri umani prevalga sugli istinti più bassi che hanno reso questa società così odiosa e mi piace immaginare che ci siano tante persone di valore, intorno a noi, invisibili perchè senza voce. Dobbiamo soltanto farli sentire.

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