mercoledì 13 ottobre 2010

Finistere: petite frontière terrestre dans le monde


Siamo in viaggio da molto tempo. Troppo. Sentiamo la stanchezza delle giornate passate sotto la pioggia e i muscoli stanno incominciando a ribellarsi anche ai più semplici comandi. Le mattinate bretoni sono umide e accompagnate da venti di Eliseo. Abituati a venti più sinceri, dimentico sempre di mettere un maglione in più, allo strato già spesso di vestiti. Non è una natura amica ma non riesco a odiarla. E’ in queste terre, al confine del mondo, dove vorrei restare. Proseguiamo rallentati da un piccolo fardello che ci portiamo appresso ma è un fardello del quale non ci si può liberare tanto facilmente. Ora se ne sta acciambellato nel divanetto del van respirando regolarmente. Non so quando raggiungeremo la nostra meta ma non abbiamo fretta.
Il lago di Chatelgiron è quieto, nessuna increspatura nelle acque, le papere alla prima luce dell’alba prendono il largo spuntando da dietro enormi piante acquatiche. C’è un silenzio irreale. Non c’è disturbo più assordante del silenzio in un orecchio abituato ai chiassi della città. Le scogliere a picco su un mare montante burrasca sono grigie e frastagliate, come se un dio arrabbiato si fosse calmato colpendo con un martello l’intera scogliera. Intorno a noi stretti sentieri tra pungitopo e eriche selvatiche. Nessun lamento di gabbiani che all’alba non hanno ancora preso il volo, nessun rumore umano se non il nostro calpestio sul terreno, solo il suono della risacca, del mare che in avvicinamento aumenta la sua corsa. Il cielo ha delle venature alabastro. Il sole è nascosto. In lontananza si scorge timida l’isola di Ouissant, irraggiungibile con il mare in queste condizioni. Una vela di un temerario si piaga e bacia l’acqua. Poco lontano, in un piccolo villaggio bretone c’è un minuscolo stagno circondato da betulle. Nonostante sia ben visibile dalla strada è quasi sempre deserto. E’ una rara giornata di sole ed è piacevole lasciarsi scaldare dal sole dopo intere giornate di pioggia. Il terreno è ben asciutto , a lambire il lago miriadi di fiori e piante acquatiche dai colori sgargianti - il viola predomina su tutti. Ogni volta che osservo spettacoli così belli torno a casa con tanti progetti nella testa, Tanti buoni propositi come quello di curare di più il giardino e coltivare un piccolo orto. L’anno scorso ero riuscita ad avere una piccola produzione di pomodori e insalata da taglio che ha nutrito tutta la famiglia per tutta l’estate. Credo di aver visto passare, per la prima volta , una libellula blu. Immagino già il ritorno carico di malinconia e di insoddisfazione per non aver vissuto ancora più intensamente le giornate di fine estate in luoghi così magici.


http://www.oceane-alimentaire.com/ per la sopravvivenza economica dei pescatori bretoni contro il massiccio afflusso di pesce d’importazione a basso costo.