giovedì 25 marzo 2010

Turn into me



Le relazioni umane sono morte, la tecnologia ha preso il posto degli ultimi cadaveri che becchini solerti si prodigano a togliere dalle strade. Io sto aspettando il mio turno. I cadaveri non si conoscono più a teatro o all’oratorio, fucina di vittime sacrificali ma su twitter, luogo asettico e sicuro. Si finge di essere qualcun altro e si diventa il sogno di quello che avremmo voluto sempre essere ma le circostanze della vita ci hanno impedito di diventarlo. L’essenza muore, gli specchi per le allodole ridono e si arricchiscono. E così, le persone “perbene” si presentano nel paradiso artificiale dei social network “ciao, mi chiamo Renzo e sono la persona che stai cercando”. Sono pieni di interessi, ammettono persino di leggere i grandi classici e di collezionare bambole, sono sempre sportivi e non guardano mai la televisione, fanno sempre beneficienza, vanno dal dentista due volte l’anno e non hanno malattie veneree .
Si vende la follia a poco prezzo. Nessuno legge più i grandi classici, tranne qualche amico gay, 60enne , single che ha molto tempo libero e soffre di insonnia e nessun sano di mente collezionerebbe bambole e, anche se fosse, sarebbe meglio specificarne il tipo, onde scoprire la prima notte di dover condividere il letto con una bambola gonfiabile, scoprendo con rammarico che la plastica batte sempre un po’ di cellulite. Per quanto riguarda l’essere sportivi: o sono dei fanatici del culturismo o l’unico sport che conoscono è lo sport per osmosi: passare la domenica allo stadio o peggio giocare al fantacalcio. A pensarci, meglio l’astinenza totale dalle relazioni umane. Totale.