giovedì 2 aprile 2009

Little Windy



La piccola Windy non riusciva a capire perché i suoi genitori si ostinassero a volerla far socializzare con gli altri cani: lei era una bambina!
Lei odiava i cani, i loro odori, i loro stupidi giochi, mal sopportava quando riportavano la pallina o inseguivano le farfalle o ancor peggio le lucertole. Li guardava insospettiti soprattutto quando la invitavano a giocare, niente era più terrorizzante, niente la faceva rabbrividire come un essere a quattro zampe che scodinzolando le si avvicinava. Lei si fermava ad osservarli, a distanza, come si osservano le cose estranee e diverse. Sicura, da quel chilometro che la divideva dal resto del mondo, si rannicchiava sulla panchina del parco e si lasciava andare al sogno di essere quello che non era.
Come tutti gli esseri sensibili si faceva molte domande: non riusciva a capire perché era costretta ad aspettare fuori dalla porta insieme agli altri cani per la consueta visita di controllo o perché quei deliziosi biscotti baklava della signora Elka non le venivano mai dati o perché c’erano cose che le erano vietate come andare a dormire dentro le lenzuola di flanella quando faceva molto freddo o perché in macchina doveva stare nel bagagliaio insieme alle valigie o perché la sua mamma per non perderla l’aveva equipaggiata di una medaglietta con il suo nome e un numero di telefono da tenere pesantemente al collo…
Ma tutto sommato stava crescendo serena perché convinta che tutto questo si sarebbe risolto non appena fosse diventata grande.

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