La piccola Windy non riusciva a capire perché i suoi genitori si ostinassero a volerla far socializzare con gli altri cani: lei era una bambina!
Lei odiava i cani, i loro odori, i loro stupidi giochi, mal sopportava quando riportavano la pallina o inseguivano le farfalle o ancor peggio le lucertole. Li guardava insospettiti soprattutto quando la invitavano a giocare, niente era più terrorizzante, niente la faceva rabbrividire come un essere a quattro zampe che scodinzolando le si avvicinava. Lei si fermava ad osservarli, a distanza, come si osservano le cose estranee e diverse. Sicura, da quel chilometro che la divideva dal resto del mondo, si rannicchiava sulla panchina del parco e si lasciava andare al sogno di essere quello che non era.
Come tutti gli esseri sensibili si faceva molte domande: non riusciva a capire perché era costretta ad aspettare fuori dalla porta insieme agli altri cani per la consueta visita di controllo o perché quei deliziosi biscotti baklava della signora Elka non le venivano mai dati o perché c’erano cose che le erano vietate come andare a dormire dentro le lenzuola di flanella quando faceva molto freddo o perché in macchina doveva stare nel bagagliaio insieme alle valigie o perché la sua mamma per non perderla l’aveva equipaggiata di una medaglietta con il suo nome e un numero di telefono da tenere pesantemente al collo…
Ma tutto sommato stava crescendo serena perché convinta che tutto questo si sarebbe risolto non appena fosse diventata grande.
Mi sa che questa Windy la conosco.
RispondiEliminaBaby Killer alla riscossa!!!
RispondiEliminaDear, dear little Windy!!
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