lunedì 3 gennaio 2011

"Hansel und Gretel" al Volksoper di Vienna


Per salutare il 2010 la Volkoper Wien decide di mettere in scena la fiaba di Hansel und Gretel nella versione di Von Adelheid Wette e Von Engelbert Humperdinck, rappresentata per la prima volta il 23 dicembre del 1893. Nella patria di Schiele, e del più recente Günter Brus, si sceglie di rappresentare una versione edulcorata e ancient di una delle fiabe più crudeli e interessanti dei fratelli Grimm. In un profuso di figure magiche e angioletti, a protezione del sonno dei due innocenti fratellini privi di ogni astuzia, di genitori poveri, ma di buon cuore, si realizzano tre atti che, senza troppa fatica, tengono lo spettatore in uno stato di benefico torpore. Persino la strega, personaggio che nella fiaba dei terribili Grimm era crudele ed astuta, così abile da far entrare i bambini dentro la meravigliosa casetta di marzapane, metafora perfetta dell’eterno conflitto tra cervello e cuore, è in questa versione una vecchia cenciosa che cerca con una improbabile bacchetta magica di sconfiggere-mangiare i due pavidi bambini.

A noi e al bambino francese seduto di fronte, non è piaciuta. Ai Viennesi pare di sì. Anche al clero questa versione piace molto. Soprattutto la scena degli angeli.

I fratelli Grimm avevano individuato nelle famiglie l’origine di qualche male e noi rivogliamo la lucidità e la schiettezza di quei racconti. Perché ai nostri bambini fa bene sapere che esistono le streghe ammaliatrici, gli orchi che mangiano i bambini, madri crudeli-senza cuore e che l’apparenza delle belle cose è, a volte, solo lo specchietto per delle stupide allodole.

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