mercoledì 10 novembre 2010

Dis-lessia familiare


In un caldo venerdì pomeriggio autunnale, non mi aspettavo di incontrare così poche persone al “Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo”. Speravo di vedere lo stesso entusiasmo che incontri al TATE, o alla National Gallery, o al MOMA, dove anche gli indigenti di NY, scaldandosi, ammirano l’arte contemporanea. Il vuoto di un museo appena aperto porta ad una desolante conclusione sulla inesistente, agonizzante, cultura italiana. Nonostante la struttura sia stata progettata da una dei più interessanti architetti degli ultimi 20 anni, in realtà non c’è nessuna idea rivoluzionaria nella struttura che ospita gli spazi espositivi: vetro e cemento, in un insieme di curve e scale non adatte ad ospitare esposizioni che richiedono un certo grado di rigore. Ma il tempo sarà l’unico giudice dell’architettura. Quella buona sopravvivrà, quella cattiva si perderà. Il conducente del taxi pensava che fosse un teatro, ciò significa che nessun mezzo di informazione di massa ha dato la notizia in modo efficace e il messaggio non è stato trasferito ai possibili fruitori. Nessun mezzo di comunicazione è riuscito a sviluppare la curiosità in quelle persone alle quali l’architettura e l’arte non dicono niente, se non qualche sensazione assopita di noia e di inutilità. Un altro fallimento della classe dirigente italiana, che non permette a tutti di fruire e godere di tutte le forme artistiche, qualsiasi esse siano. L’arte deve essere trasversale e penetrare in tutte le classi sociali, perché una popolazione non può rimanere ferma ad alcune veline e trasmissioni calcistiche, e non conoscere De Dominicis, o ammirare Bèlen e non rimanere affascinato davanti ai lavori in stop-motion della Djurberg. La sconvolgente realtà è che la maggior parte delle persone rimane così fortemente e unicamente legata ai libri scolastici, da rimanerne intrappolata per tutta la vita; evidentemente, aver guardato un Van Gogh su un libro non ha nessun valore se non porta a nessuna riflessione, se non spinge ad andare oltre. E la spinta deve provenire da una classe dirigente colta. La banalità delle cose che si fanno o si dicono è direttamente proporzionale alle cose sentite in televisione, che se si occupasse più di arte che di cronaca nera farebbe solo gli interessi di una intera popolazione di ignoranti. La scuola pullula di agonizzanti cattivi maestri, che non fanno altro che generare bambini incapaci di pensare, e renderli prigionieri di pensieri adulti inutili. Ieri ho visto un intera classe elementare in gita in un centro commerciale, e nessuno dei presenti ha inveito contro le maestre. Prepariamo i nostri figli, fin da bambini, a diventare dei perfetti consumatori del niente, condannandoli, vista la situazione economica attuale e futura, a diventare degli eterni insoddisfatti.

2 commenti:

  1. Ma che brave maestre!Forse hanno portati i loro alunni in un centro commerciale perchè fuori era troppo freddo!? Però... anche un museo sarebbe stato un buon rifugio! e che rifugio!

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  2. è veramente sconvolgente tutto questo...ma i genitori non dicono niente??

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